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Una Trattativa Serrata arriva a Buon Fine: Inondata
di LucasFromParis
19.09.2018 |
9.080 |
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"Quando toccò a me, gustai anche io la calda morbidezza della sua bocca e il sapiente lavoro della sua lingua..."
L’appartamento ereditato dalla nonna era stato un bel colpo di fortuna per me. Ci avevo vissuto comodamente per un paio di anni e me l’ero goduta. Adesso però la mia vita sarebbe cambiata di lì a poco. Il lavoro mi avrebbe condotto all’estero, verso una nuova avventura. E ci eravamo posti il problema di cosa farne. Parlo al plurale perché in realtà io ne possedevo solo il 50%. L’altro era di mio cugino Massimo. Un tipo simpatico e gioviale Massimo. Fin da bambini avevamo giocato assieme e, una volta cresciuti, era stato un mio compagno di merende. Assieme ne avevamo combinate di cotte e di crude. Era rimasta fra noi una complicità speciale. Ci capivamo senza parlare.Mettere l’appartamento in affitto sembrava troppo complicato, nessuno avrebbe avuto tempo o voglia di occuparsene. A quel punto la scelta più logica era quella di venderlo, e dividerci il ricavato. Eravamo rapidamente giunti a questa conclusione. Quel sabato sera eravamo lì assieme; stavamo aspettando gli agenti immobiliari con cui avevamo appuntamento. In un mondo nel quale spesso la professionalità latita, il passaparola ci aveva indotto a fidarci di questa coppia di imprenditori. L’orario era un po’ insolito, trattandosi di un sabato sera, me ci eravamo adattati alle loro disponibilità. Il citofono suonò e si accomodarono. Beh devo dire che ci fecero subito un’ottima impressione. A era un uomo simpatico che ci mise subito a suo agio. E S? Che dire di S? Dietro quegli occhiali e la professionalità con cui si presento intuimmo qualcosa, una sorta di fuoco nascosto. Il vestito nero che indossava, pur non essendo assolutamente volgare, ne sottolineava la femminilità dirompente. Una generosa scollatura faceva intravvedere 2 seni ragguardevoli e la probabile assenza di reggiseno. L’ampio spacco esibiva le cosce. Completava il tutto un paio di scarpe che definirei “assassine”. Un tacco a spillo esaltava ancor di più le sue curve appetitose.
Da bravi proprietari iniziammo a mostrare a S (era lei in realtà che gestiva quel business) la casa esaltandone le qualità. Mio cugino Max, completamente rapito dal fascino di S, non mi stava dando una gran mano devo dire! S era una negoziatrice accorta e determinata e capii che la trattativa sarebbe stata dura. Anche io ero completamente sotto l’ammaliante incantesimo di seduzione che S (involontariamente?) stava esercitando su di noi, ma cercavo di tener duro. Quando si arrivò alla fatidica domanda (“quanto?”) e comunicai la nostra richiesta, S iniziò a giocare le sue carte. Innanzitutto fece la sua apparizione una bottiglia di Amarone con cui brindare. E gli animi si rilassarono. S era seduta sul divano, fra Max e me, mentre A era di fronte a noi. Lo spacco del suo vestito si aprì ulteriormente, lasciando intravvedere un intimo nero. Non poteva non essersi accorta dei nostri sguardi, che vagavano fra le cosce esposte e il seno che pareva voler uscire a tutti i costi. S ci fece la sua controproposta; la distanza era notevole. Ma forse ci sarebbe stato modo di trovare un punto di accordo. Di colpo scese una strana atmosfera in quella stanza. Eravamo 3 maschi e una femmina bellissima in mezzo a noi. Una tensione erotica iniziò a farsi palpabile quando A propose un gioco.
Si trattava di una versione moderna dell’intramontabile “obbligo o verità”. Ogni volta che S avesse accettato la sua penitenza il nostro prezzo sarebbe calato. S ci guardava divertita e imbarazzata, ma non si tirò indietro neppure un secondo. Le prime penitenza furono subito abbastanza piccanti. In cambio di uno sconto di 10.000 € S ci accarezzò entrambi attraverso i pantaloni. Non poté non percepire il nostro stato di eccitazione. Dal suo sorriso direi che la cosa non la lascio indifferente. Chissà se il tessuto nero del suo intimo iniziò a inumidirsi in quel momento. Le penitenze si fecero via via più hot, in cambio di sconti sempre più significativo. S stava raggiungendo pienamente il risultato che si era prefissata. Eravamo in sua balia e il prezzo scendeva rapidamente, troppo rapidamente, verso la cifra che lei si era prefissata.
E venne il momento di una penitenza forte: avrei dovuto tirare fuori il cazzo e riuscire a non avere erezioni mentre i miei 2 compari avrebbero esposto al mio sguardo il seno e la figa. Eravamo faccia a faccia, S ed io. Sapevo che avrei perso miseramente la sfida, non appena vidi il suo seno maestoso con 2 larghi capezzoli. Quando poi A scostò il perizoma e vidi una figa carnosa…il mio cazzo ebbe un sussulto. S si ricompose, ma invano. Infatti subito dopo toccò anche ad A la stessa sfida e fummo Max ed io ad esibirla nuovamente. Questa volta potevo assaporare la durezza del suo seno, accarezzarlo e parlarlo. Inutile dire che A non provò neppure a nascondere la sua erezione. Pur essendo S la sua compagna e conoscendola lui perfettamente, si vedeva che ne era pazzo come il primo giorno. Le alzammo il vestito. E mi presi la libertà di sfilarle direttamente il perizoma invece di scostarlo. Le aprii delicatamente le grandi labbra con le dita per esibirla bene. La gradazione erotica era ormai altissima, il vino aveva fatto l’effetto di disinibire progressivamente S. Passammo al livello “ Super Hot” e la nuova penitenza fu davvero impegnativa. Vinsi il privilegio di leccarla fra le cosce mentre lei avrebbe dovuto leccare il cazzo degli altri due. Cosa avrebbe fatto S? Si sarebbe fermata, paga dallo sconto già ottenuto, oppure si sarebbe messa in gioco fino in fondo?
L’attesa non durò molto. S capitolò. Ancora una volta si concesse. Andammo in camera, dove la invitai a togliersi il vestito. Ormai l’unico indumento che indossava erano i tacchi che per nessuna ragione al mondo l’avremmo invitata a togliersi! Si sdraiò e inizio lentamente ad aprire le cosce. Mi avvicinai assaporando l’odore di femmina eccitata, quindi il gusto. Ebbi la conferma immediata che S era eccitata; molto eccitata. I suoi sospiri vennero presto rimpiazzati da osceni rumori di risucchio. Anche i miei compari erano entrati in azione. Non li potevo vedere, immerso com’ero fra le sue cosce, ma non avevo il minimo dubbio su ciò che stava succedendo. Ogni argine, ogni remora, ogni ritegno era ormai sparito e anche l’ultima penitenza, quella finale, venne accettata. S avrebbe dovuto praticare il 69 con tutti e tre a turno per un minuto ciascuno. Quando toccò a me, gustai anche io la calda morbidezza della sua bocca e il sapiente lavoro della sua lingua. Le piaceva ciò che stava facendo. Nessuno di noi aveva il benché minimo dubbio.
Non restata che festeggiare la conclusione della trattativa. E fu un festeggiamento memorabile. Max iniziò a penetrarla mentre A ed io venivamo coccolati in modo dolcissimo e bagnato. La saliva di S colava. Alternava la bocca fra noi 2, poi ci avvicinava per prenderli entrambi in bocca. Raramente avevo visto tanta passione e tanta (mi si passi il termine) porcaggine. La dura donna d’affari era scomparsa, sostituita da una femmina appassionata e desiderosa di dare e ricevere piacere e godimento. Anche io la penetrai a pecorina. La sua schiena arcuata era uno spettacolo oltremodo eccitante, così come il suo buchino che intravvedevo occhieggiare fra le chiappe. I primi colpi, misurati e profondi, divennero sempre più martellanti man mano che la sua figa si apriva e colava. Nulla ci avrebbe fermati. Nulla se non la proposta finale: “vogliamo schizzarla” S era in ginocchio, l’odore del sesso riempiva la stanza. Venni per primo schizzandole labbra e guance. La sua lingua saettava sulla cappella a non perdere neppure una goccia. Max e S non furono da meno. S ingoiò tutto senza fare una piega. Ci vuotò, ci prosciugò letteralmente. Appagati e rilassati fu un piacere conversare ancora a lungo con loro. E la firma del contratto? Magari in un successivo incontro, dato che non avevamo tutti i documenti pronti.
S sarebbe infine riuscita a farsela regalare, quella benedetta casa?
Grazie a Spettro82, mio complice in questa serata. Sul suo profilo potete leggere la stessa storia da una diversa angolazione e con un altro titolo "Obbligo o Verità"
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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